22 settembre 2013

Qualche giorno fa, in un gruppo Facebook, "Uno studio in Sherlock Holmes",
ho discusso con una lettrice di gialli riguardo ai romanzi apocrifi con protagonista Holmes, i quali spesso non sono all'altezza degli originali. 




Lei si chiedeva se sia così realmente o se sia lei stessa ad avere gusti difficili! 
Ho risposto: "No, non sei di gusti difficili.  Spesso gli autori di apocrifi non fanno altro che sfruttare i personaggi di altri (detentori di un collaudato successo) e poi ci mettono molto di se stessi". 
Una bella opera apocrifa sarebbe quella in cui l'autore originario venisse rispettato... 
Ad una possibile obiezione sulla possibilità di presunte imitazioni, rispondo che nessuno è obbligato a realizzare un apocrifo! Se hai una storia in mente e non vuoi copiare alcuno, allora crea dei personaggi originali e non sfruttare quelli di altri. 



Due anni fa si parlava di qualcosa di analogo nella pagina Facebook "Neverending thread" riguardo al fatto che Agata Christie avesse realizzato due romanzi da pubblicare dopo la sua dipartita nei quali faceva morire Miss Marple e Hercule Poirot per dare un finale definitivo e non far riutilizzare i personaggi. Danila Comastri Montanari ( l'autrice dei romanzi gialli storici di Publio Aurelio Stazio), a tal proposito, dichiarò che lei non lo avrebbe fatto, anzi le avrebbe fatto piacere se dopo la sua morte altri faranno vivere ancora Publio Aurelio,... 

A tutto ciò posso solo aggiungere: "spero che siano all'altezza"!"





A proposito di Poirot, 
qualche tempo fa mi è capitato di partecipare ad un'altra discussione su Poirot e, precisamente, sulla domande se sia riuscito meglio Poirot o Nero Wolfe!

C'è da dire che la serie tv, con gli strepitosi Tino Buazzelli, Paolo Ferrari e Pupo De Luca, è l'unica ad aver avuto l'approvazione/apprezzamento di Rex Stout stesso. 
Sul metodo d'indagine c'è da dire però che Poirot è pur sempre un ex-ispettore mentre Wolf no. Che senso ha, quindi, far gironzolare per la scena del delitto un colosso di 140 Kg. di peso?



Wolfe è il grande prigioniero della casa di arenaria dalla quale si assenta raramente,
Con ciò, Stout ha voluto unire due tradizioni differenti del Giallo, ovvero il giallo, all'inglese tutto riflessioni e quello dell'Hard boiled americano, pieno di azione, incarnando appunto in Wolf colui che riflette e tira le somme e nell'aitante e dinamico Goodwin l'uomo d'azione.

Ce li vedreste mai Poirot o la Marple a fare a scazottate, a rischiare l'osso del collo, a fare notte fonda in guardina perché l'ispettore o il procuratore di turno vogliono farti dire tutto quello che sai, oppure a nascondere alla polizia dei ricercati? 

Suvvia, meglio Nero Wolfe (che tra l'altro stanno ristampando)!

Sulla nascita di Wolfe e sul suo essere figlio di chi sappiamo noi, fu lo stesso Rex Stout a voler far sorgere la cosa come il frutto della relazione con Irene Adler e, non a caso, Wolfe è un colosso come Mycroft e, in un'avventura di Conan Doyle, si dice chiaramente che tutti i membri della famiglia hanno la stazza di Mycroft. 
La magrezza del nostro eroe è dovuta al consumo continuato di cocaina (ricordate "Soluzione 7%", se ben ricordo il titolo)!

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