Negli
ultimi anni, l’attenzione delle biblioteche si è spostata dalle entità con
caratteristiche ben definite (libri e dintorni) ai processi (conversazioni,
relazioni …).
Sottovalutare l’aspetto dei contenuti è uno dei rischi che si
corrono. È vero che molte informazioni sono granulari (post di blog o Facebook,
tweet), ma non sempre l’informazione è così destrutturata. Di fatto, anche nel
formato digitale c’è informazione organizzata (gli ebook, ad esempio). La fase
della granularità è forse indispensabile nel problema di ritrovare struttura ad
un livello superiore. Forse siamo ancora nel pieno processo di transizione che
poterà ad un radicale cambiamento. Oggi il web, la rete e l’informazione
digitale hanno una complessità orizzontale. Anche se l’informazione radicata è
ben strutturata in senso verticale. Anche dalla granularità è possibile acquistare
complessità.
Twitter e Storify
Twitter
è usato dalla maggior parte delle biblioteche per comunicare con l’utente. Ma
poche sono quelle che vanno al di là, organizzando playlist, eventi, recupero
di informazioni per migliorare il servizio. In rete ci sono alcune biblioteche
che offrono questi servizi, ma sono davvero pochissime.
Storify si occupa della cura digitale dei contenuti. Comincia
ad essere usato dalle biblioteche, ma solo in modo autoreferenziale. Bisognerebbe
fare informazione utilizzando fonti rilevanti. Non si deve parlare solo di noi
stessi, ma di contenuti di contenuti di più ampio respiro.
non pensavo...
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