Nelle
biblioteche vi è un’ enorme quantità di informazione veicolata attraverso il
web.
La web intelligence è l’intelligenza artificiale applicata al web. È un
settore dell’informatica che cerca di costruire sistemi e processi finora
ritenuti peculiarità umana.
Un esempio è il mondo del multimedia. Il web
semantico significa una sua rappresentazione mentre il web intelligence va al
di là di ciò. Ormai, anche leggere e apprendere sul web è molto diverso dal
passato.
Si dice, infatti, che la lettura sul web è molto diverso dal passato. Si
dice, infatti, che la lettura sul web è non lineare (cyberscholar). Nello
scenario tradizionale, un esempio è il sito di Europeana. Lo scenario è un
utente che accede con questi classici strumenti. I contenitori racchiudono dati
non testuali e non legati tra loro.
Nella visione 2.0 il web è diventato
partecipativo e non più solo informativo. I contenuti e le conoscenze diventano
sempre più disponibili.
Con la web intelligence è possibile reperire tutto ciò
che serve, estraendo frasi, dati, parole chiave, argomenti, sia in un testo sia
sul web. Tutto ciò serve per il filtraggio delle informazioni, per catalogare,
classificare o taggare le informazioni su internet automaticamente.
Con questo
metodo, attraverso i social media, si misurano anche le distanze fra concetti. Non
si pubblicano più contenuti “confezionati” in articoli, libri, repertori,
chiusi in una struttura fissa.
Si pubblicano moduli più limitati di conoscenza.
Un famoso esempio di utilizzo di questo sistema è il sito della BBC. Anche i
grossi siti, come Facebook, utilizzano questo nuovo sistema di self publishing. Si presume, pertanto, che anche le pubblicazioni scientifiche verranno un
giorno strutturate in questo modo.
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