4 settembre 2013

Viaggiare in treno e leggere una buona rivista è una di quelle cose che  mette in pace con se stessi!
L'altro giorno, in partenza per Firenze, compro la rivista LEGGERE:TUTTI, un mensile che parla di libri!

Apro e leggo l'editoriale: "il piacere della cultura", di Giuseppe Marchetti Tricamo.
Trovando più che giusta la sua riflessione, non posso non parlarne anche nel nostro blog.

L'unica ricetta possibile in Italia per affrontare la crisi? La cultura!
Purtroppo, pur piazzandoci al settimo posto (per ora) come potenza economica mondiale, ci ritroviamo a dover fare i conti con un mondo in continua evoluzione, in cui l'unico comandamento è produrre. Ci sono i Paesi in via di sviluppo, che hanno un'incredibile quantità di risorse e ormai avanzano velocissimamente.
E poi ci siamo noi italiani, un'anomalia mondiale.

Abbiamo un'incredibile quantità di beni culturali, grazie ai quali potremmo essere davvero ricchi e colti, con un minimo investimento! E, invece, questi finanziamenti non arrivano mai...ovvero arrivano ma 1) sono troppo pochi per le troppe cose che abbiamo, 2) i finanziamenti ci sono, ma servono in altri settori.
In passato c'è stato anche qualcuno che ha detto "Con la cultura non si mangia". E questa affermazione è entrata, ahimè, troppo rapidamente nella cultura popolare, per una rielaborazione personale.
Ho visto gente laureata in beni culturali a Firenze, che si ritrova disoccupata perché guarda i bandi di concorso e in tale settore non c'è nulla. E poi ho visto gente laureata in Archeologia trasferirsi in Svizzera o in Germania e non capacitarsi di quanta richiesta ci sia lì. Sempre nell'ambito dei beni culturali.
Ad un' analisi molto superficiale della situazione la risposta più ovvia sembrerebbe quella che in Italia ci sono troppi laureati in queste materie mentre all'estero no. Beh, in realtà, in proporzione, è quasi il contrario.
Il punto credo sia un altro: qualche anno fa mi è capitato di fare una vacanza natalizia nella Foresta Nera, la Schwarzwald, che divide Svizzera e Germania.
La nostra gita, insieme a 50 allegri tedeschi muniti di Pretzel, birra, Wurstel e barbecue da campeggio che ogni 30 chilometri improvvisano un October Fest, prosegue allegramente all'interno della foresta fino alla sua destinazione: un paesino tipico e con un sacco di negozi! Dal finestrino dell'autobus vedo vetrine accattivanti e migliaia di turisti che gironzolano! Allora aumenta la mia curiosità per questo paese descritto come un "vero gioiello della zona" e non vedo l'ora di scendere. Da buona turista italiana, subito immagino a chissà quale paesaggio naturalistico mozzafiato o cattedrale gotica ci sia mai! Arrivo nel punto di maggior raccordo e, sorpresa! Tra la calca di gente, scorgo una piccola cascata...chiamiamola così.
In realtà il "vaddone" (piccolo ruscello) della mia campagna è molto più grande!!!
Il punto è questo: in Germania, come in molte altre Nazioni con una certa cultura, si riesce a trarre guadagno da ogni singola cosa. Tutto ciò porta un'affluenza di turisti che indubbiamente spenderanno in qualche negozio! I negozianti così avranno più soldi per spendere altrove e, via via in maniera esponenziale si crea un circolo virtuoso dal quale tutti traggono beneficio!!!
Perché in Italia tutto ciò non accade???
Troppi beni culturali da tutelare? Una nostra spiccata esterofilia (soprattutto americana) che ci ha ormai convinto che il segreto dell'economia sia il produrre macchine, pizza e tecnologia?
Allora, perché non organizzarci tutti, nel nostro piccolo e far sì che il Circolo virtuoso dell'economia in Italia parta proprio da lì, dalla cultura, per trarne guadagno tutti???



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