6 ottobre 2013


Continuiamo a parlare di LibrInnovando Ricerca 2013, svoltosi il 4 ottobre a Firenze, con l’intervento di
Letizia Sechi
laureata in Lettere Moderne, specializzata in Editoria e Scrittura e si occupa di Editoria digitale.  

Letizia Sechi_LibrInnovando Ricerca 2013
Il suo intervento a librInnovando ha trattato un tema molto interessante:

“Portare l’innovazione dentro la casa editrice”.

La Sechi ha cercato di spiegare in maniera simpatica l’evoluzione digitale in corso nel mondo dell’editoria, rifacendosi alle varie citazioni dei massimi esperti in questo campo e, in primis a Tim O’Reilly. Come ella stessa ha spiegato, questo è un settore in cui sembra si sia detto tutto ma che, al contempo, non è mai abbastanza. Il suo discorso è stato principalmente incentrato sul cambiamento culturale delle nuove generazioni (in particolare i ragazzi nati dopo il 1996, definiti “nativi digitali”).

«La parola chiave è accelerazione. [...] Il ‘digitale’, il nome che diamo a quanto ci sta cambiando intorno, è probabilmente il primo cambiamento che si può osservare in maniera così netta all’interno di una sola generazione [...]»

Giuseppe Granieri, Umanità accresciuta
, 2009

L’editoria è un settore molto complesso, per il quale servirebbe un intero blog o ciclo di conferenze e non un misero post di una sola conferenza. A differenza dei lettori, capaci di adattarsi abbastanza rapidamente ai cambiamenti, l’editoria ha bisogno di molto più tempo e il passaggio avviene lentamente anche per i grandi costi che comportano tali cambiamenti. Il mondo del digitale non è solo una semplice modifica di una struttura, ma è una vera e propria cultura. Con il digitale, cambia anche la conservazione dei documenti, i quali occupando solo uno spazio virtuale, creano un’ incredibile abbondanza di dati. Tra la pubblicazione tradizionale e il self publishing, inoltre, la figura dell’editore non è più vista come punto centrale del potere decisionale nell’ambito delle pubblicazioni.


Mauro Guerrini e Letizia Sechi_ LibrInnovando ricerca 2013

Tutti diventano in qualche modo potenziali editori. Anche io che sto scrivendo questo post, in qualche modo, sono editrice di me stessa. Ma, come dicevano Vanni Santoni e Raoul Bruni, in realtà la filiera editoriale presenta tutta una serie di passaggi difficilmente compensabili da un’unica persona. Ma la cosa a cui bisogna prestare sempre maggiore attenzione sono i cambiamenti cognitivi derivanti dall’utilizzo del digitale. Innanzitutto, cambia l’attenzione. Sui supporti digitali e sul web si leggono più facilmente testi brevi, soprattutto se stiamo leggendo in metro, nella sala d’attesa di un medico, in fila al supermercato. Un libro come Anna Karerina, ad esempio, non è il massimo in queste occasioni. C’è, però, da fare un’ulteriore osservazione. Anna Karerina è un libro scritto in un altro periodo storico e pensato per essere letto in maniera diversa dalla fila di un supermercato. E’ un libro nato durante la concezione del lettore immerso nelle sue letture, in un posto tranquillo e silenzioso, senza impegni imminenti che ne minino la concentrazione e con tutta la voglia di contemplare veramente ciò che si sta leggendo. Le letture da “sala d’attesa o da metro”, invece, sono letture frettolose, poco impegnative e utili a riempire dei minuscoli ritagli di tempo durante la frenesia del vivere quotidiano. La lettura stessa, quindi, è mutata in maniera notevole. Internet è uno strumento impattante sulle nostre vite e, per questo, la parola virtuale ormai forse non è più adatta. E’ proprio per questo che modifica il modo di ragionare. Ad esempio, fino a qualche tempo fa, l’uomo utilizzava molto la memoria per conservare le informazioni. Con internet sempre a portata di mano, non solo sul pc, ma anche su smartphone e tablet, la memoria viene utilizzata sempre meno per un semplice motivo: quello che ci serve può essere sempre a portata di mano e, quindi, perché memorizzarlo? Il nostro cervello è un organo che tende a risparmiare tempo e fatica, facendo sempre il meno possibile. Per questo motivo va allenato. E perdere l’abitudine a memorizzare potrebbe diventare un problema. E’ stato riscontrato che i “nativi digitali” tendono a ricordare più i link in cui reperire l’informazione piuttosto che l’informazione stessa. Il link, infatti, è diventato la cosa più importante per la comunicazione sul web. 


Il compito dell’editore è quello di capire le connessioni. Per la cultura digitale, comunque, servono un sacco di competenze:
-          TECNOLOGICHE: sono quelle che per prime evolvono velocemente. Attualmente, manca una connessione tra editoriale e tecnologico.
-          MARKETING: è stata una delle prime cose a cambiare con la nascita dell’e-commerce. Qualunque cosa facciamo ha una risposta. E bisogna avere le competenze giuste per gestire una risposta. La chiave di salvezza in una marca di informazioni è la PERSONALIZZAZIONE.
-          SEO: conoscere gli algoritmi. 

<< Alcuni siti, o meglio, alcune figure professionali, i Search Engine Optimizer, “ottimizzano” sia il codice HTML sia i contenuti delle pagine web per incrementare la visibilità e il posizionamento (ranking), con lo scopo di aggiudicarsi le prime posizioni tra i risultati di una ricerca condotta tramite i motori. L’utilizzo delle tecniche SEO è prevalentemente a scopo commerciale e mira ad aumentare il traffico su un sito e, quindi, gli introiti pubblicitari, piuttosto che a fornire informazioni rilevanti e affidabili>>.

Cit. Mauro Guerrini_ La Bibioteca spiegata agli studenti universitari.


Sala Comparetti, particolare_ Unifi

Clicca qui per vedere le slide preparate da Letizia Sechi per la conferenza! 
Non perderti i prossimi post sugli interventi di Stefano Tura e Mauro Guerrini. 



Mariacristina Maffeo

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