20 marzo 2014



Negli ultimi anni, l’attenzione delle biblioteche si è spostata dalle entità con caratteristiche ben definite (libri e dintorni) ai processi (conversazioni, relazioni …). 



Sottovalutare l’aspetto dei contenuti è uno dei rischi che si corrono. È vero che molte informazioni sono granulari (post di blog o Facebook, tweet), ma non sempre l’informazione è così destrutturata. Di fatto, anche nel formato digitale c’è informazione organizzata (gli ebook, ad esempio). La fase della granularità è forse indispensabile nel problema di ritrovare struttura ad un livello superiore. Forse siamo ancora nel pieno processo di transizione che poterà ad un radicale cambiamento. Oggi il web, la rete e l’informazione digitale hanno una complessità orizzontale. Anche se l’informazione radicata è ben strutturata in senso verticale. Anche dalla granularità è possibile acquistare complessità.


Twitter e Storify
 Twitter è usato dalla maggior parte delle biblioteche per comunicare con l’utente. Ma poche sono quelle che vanno al di là, organizzando playlist, eventi, recupero di informazioni per migliorare il servizio. In rete ci sono alcune biblioteche che offrono questi servizi, ma sono davvero pochissime.

Storify si occupa della cura digitale dei contenuti. Comincia ad essere usato dalle biblioteche, ma solo in modo autoreferenziale. Bisognerebbe fare informazione utilizzando fonti rilevanti. Non si deve parlare solo di noi stessi, ma di contenuti di contenuti di più ampio respiro.   


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